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Storia

La Storia del Museo delle
Tradizioni Agroalimentari della Sardegna

La Famiglia Steri e la casa

Risalgono al seicento i documenti scritti, finora individuati, sulla famiglia Steri, da sempre unica proprietaria della casa. Provengono da fonti ecclesiastiche e notarili, e consentono di tracciare una linea genealogica a partire da un antenato storico: Simone Esteri. Sono notizie vaghe quanto all’entità di terre e case e alla qualità delle colture, ma che permettono di datare già al Seicento il radicamento della famiglia e dei suoi beni nel paese, la sua appartenenza ad un ceto sociale elevato e l’estensione della proprietà oltre i confini del paese.

Risalgono all’inizio del Settecento i primi riferimenti certi alla casa Steri. Antonio Steri, notaio in Siddi, muore nel 1715 e viene redatto (in lingua spagnola) un inventario dei suoi beni tra cui varie strutture edilizie verosimilmente incorporate negli edifici, oggi, destinati a museo. Gli succedono Ignazio, tonsurato, e nel 1776 Juan Francesco. Giuseppe Steri Caboni è l’erede successivo e alla sua morte, avvenuta nel 1837, la casa è ereditata dal figlio Francesco Steri Cabras. La sua sigla FSC si ritrova nei marchi esposti nel museo. A lui si deve la realizzazione al primo piano della casa e adiacenti al granaio, di tre camere da letto padronali con pareti dipinte e pavimenti di maiolica e della scala di accesso con gradini di ardesia tipica delle case nobiliari del tempo. Attuò alcune innovazioni tecnologiche tese a potenziare le attività produttive dell’azienda e a migliorare la qualità della vita domestica come, per esempio, l’impianto di illuminazione ad acetilene.

Altri interventi sulla casa vennero eseguiti nel primo Novecento in occasione del matrimonio di Filippo Steri con Maria Diana. La casa venne abbellita e, in particolare, “sa sala”, con dipinti liberty ancora oggi evidenti. A Filippo si devono il miglioramento fondiario di alcune zone della proprietà e l’ammodernamento del frantoio delle olive con l’acquisto della pressa in ferro e della mola. La sigla FS è impressa su numerosi strumenti, fra i quali forconi, marchi e sacchi, esposti in gran numero nel museo. 

Ai figli Francesco, Italina e Antonio Steri, persone sensibili ai valori culturali e morali, si deve la volontà di trasformare e destinare a museo la loro casa. I loro ricordi e la storia della loro famiglia, che si fondono con quella del paese, sono diventati patrimonio della collettività.  Gli studiosi del progetto scientifico e dell’allestimento hanno saputo interpretare, capire e dar vita al racconto del museo per mantenere sempre viva la memoria del passato.